Non è facile per un bambino separarsi dalla mamma, così come altrettanto difficile e complesso è per una madre separarsi dal proprio figlio. Per un bambino il primo ingresso a scuola è un passo di socializzazione e verso l’autonomia, un’importante fase della crescita che come tutti i cambiamenti si accompagna a naturali difficoltà di tipo emotivo e relazionale. Inoltre, l’ingresso alla scuola dell’infanzia spesso rappresenta la prima vera separazione dalla famiglia.
I dubbi che accompagnano le mamme nel corso di questo primo importante distacco sono sempre tantissimi: “riuscirà a farsi capire? I suoi bisogni saranno soddisfatti? Sarà in grado di mangiare da solo e andare in bagno?…”. Per vivere serenamente questa nuova avventura è molto importante avere fiducia nelle capacità del bimbo, anche quando agli occhi della mamma e del papà appare fragile e indifeso. I genitori hanno un ruolo importante soprattutto nel periodo dell’inserimento, aiutando il proprio figlio a familiarizzare con i compagnetti, ad instaurare un buon rapporto con l’educatrice di riferimento e a staccarsi dal genitore stesso. E’ un lungo lavoro a cui la programmazione scolastica dedicherà molto tempo, anche se qualche passo si può iniziare a compiere anche prima dell’inizio.
Qualche timore continuano ad averlo anche i genitori con figli che hanno già frequentato il nido. In questo caso, la preoccupazione principale riguarda le difficoltà che potrebbero sorgere per il cambio di scuola e di compagni, ma i bimbi che hanno vissuto l’esperienza del nido, in molti casi, sapranno stupire mamma e papà per la facilità di adattamento… Al nido è infatti già stato completato quel processo di scolarizzazione che prevede l’interiorizzazione di norme e regole, tipiche di tutte le realtà scolastiche.
Per un buon inserimento nella scuola dell’infanzia c’è un piccolo “trucco” che, secondo i pedagogisti, vale sia per il primo distacco che per i ‘veterani’ del nido: incoraggiarli sempre, sorridendo e mostrandosi entusiasti dei loro racconti e delle loro piccole conquiste. Un sorriso conta più di mille parole e trasmette il messaggio che va tutto bene.
Che fare se il bambino reagisce piangendo? Niente panico! Il pianto è una reazione normale, non è di per sé negativo, ci dice che c’è un attaccamento e con l’ingresso alla scuola dell’infanzia i ritmi consolidati vengono messi in discussione. La mamma non deve scappare via alla prima distrazione se il figlio piange, ma guardarlo negli occhi – il contatto oculare è basilare – e rassicurarlo che tornerà a un determinato orario, quello reale. Le bugie materne, pur se a fin di bene, ad esempio “torno tra dieci minuti non piangere!”, disorientano molto il bambino e gli fanno perdere fiducia nelle parole del genitore. Se il piccolo continua a piangere, a un certo punto, dopo saluti e coccole, bisogna farsi forza e andare via… Non si può restare lì tutto il giorno… dobbiamo accettare i tempi del bambino che possono non rientrare negli usuali 15 giorni di inserimento, e pensare che piano piano apprezzerà la nuova scuola come parte della routine della sua vita. I genitori devono mostrare fermezza e determinazione, seppur difficile, anche davanti alle manifestazioni di pianto più disperate, non cedendo tenendolo a casa “solo per una volta” o “per qualche giorno”, si potrebbe rischiare così di innescare un meccanismo difficile da rompere: è come se dimostrassimo a nostro figlio di essere caduti nella trappola del ricatto del pianto.
All’inizio può essere consigliabile farlo stare assieme a bambini che già conosce o permettergli di scegliere al mattino un gioco preferito da portare con sé, che gli faccia sentire un legame con la famiglia, come se stesse portando “un pezzetto di casa” all’asilo. Tuttavia, pur se siete fiduciose, ed il bambino dimostra un buon adattamento al nuovo contesto, non abbiate fretta di lasciarlo nella nuova scuola per molte ore al giorno, ma se possibile … lasciate vivere al bimbo un inserimento graduale.