“ Vi sono le bugie che hanno le gambe corte
e quelle che hanno il naso lungo:
le tue per l’appunto sono bugie che hanno il naso lungo”
- Collodi – Pinocchio
Nel caso dei bambini, più che di bugie potremo parlare di “storie non vere”, fatti solitamente inventati e arricchiti di particolari fantasiosi. Il bambino in età prescolare vive in una dimensione magica in cui parla del mondo che lo descrive non esattamente come realmente si presenta, ma soprattutto come vorrebbe che fosse! Il bambino di questa età, dunque, spesso modifica la realtà senza esserne pienamente cosciente, convincendosi che le cose siano andate come le ha immaginate. Le vere bugie, quelle dette con l’intenzione di ingannare, compaiono intorno ai cinque/sei anni.
Nonostante la bugia in età infantile sia inizialmente fisiologica, associata all’età di sviluppo in cui il bambino si trova e da considerarsi un atteggiamento sano, non incontra sicuramente l’approvazione dei genitori. Ma da dove nascono le bugie? Alcuni studiosi fanno risalire la capacità di mentire già ai primi mesi di vita quando pianto e sorriso del neonato sono funzionali al ricevere attenzione dall’adulto. Dopo i due anni il bambino mente per discolparsi, negando spesso l’evidenza, questo tipo di bugia tende a scomparire spontaneamente con la crescita man mano che il bimbo acquisisce maggior fiducia in sé e diventa capace di assumersi le proprie responsabilità senza la preoccupazione di perdere la fiducia e la stima che gli altri ripongono in lui. Da un punto di vista psicologico la bugia rappresenta un momento di crescita e di affermazione di sé, ovvero la consapevolezza da parte del bambino che gli altri non possono leggere nei suoi pensieri.
Possiamo distinguere due tipi di bugie:
- Quella utilizzata per ottenere un vantaggio, per evitare un rimprovero o una punizione. Un classico in questo caso è la bugia scolastica per nascondere un insuccesso;
- Il secondo tipo è quella che il bambino utilizza per modificare la propria realtà: un gioco che non possiede ma che vorrebbe, il progetto di un viaggio con i genitori dai quali si sente trascurato e cosi via …
Come reagire allora davanti una bugia?
Innanzitutto sarebbe opportuno evitare di reagire in maniera troppo brusca e arrabbiata, infatti alcune bugie innocenti possono essere accettate come frutto della fantasia; inoltre bisognerebbe evitare di etichettare il bambino come “bugiardo”, in quanto questo potrebbe minare la sua autostima. Bisognerebbe invece cercare di premiare i comportamenti onesti , soprattutto dando il buon esempio essendo sinceri … infatti non possiamo essere credibili quando rimproveriamo un bambino che dice una bugia se, ad esempio, gli facciamo continuamente promesse che noi stessi non manteniamo!
Vi proponiamo una simpatica fiaba da raccontare ai bambini, che possa offrire loro un piccolo spunto di riflessione sulle bugie:
“…C’era una volta nel bosco di Lilybets, su un tappeto di papaveri e di girasoli, un albero alto e robusto che non perdeva mai le foglie e profumava di cannella e di miele. Cresciuto magicamente in una sola notte da un seme trascinato lì da un vento misterioso, per la sua bellezza incantevole ormai vi si radunavano intorno tutti gli animali del bosco. Nessuno conosceva a che famiglia appartenesse, nonostante i più famosi studiosi del bosco, i topi “Letteronzi”, avessero sfogliato tutte le enciclopedie delle biblioteche vicine alla ricerca di informazioni.
Quel misterioso albero, infatti, apparteneva alla famiglia degli “Alberi delle bugie”, alberi molto curiosi che ascoltano divertiti le conversazioni altrui e producono, per ogni bugia ascoltata, un frutto simile ad una mela ma con i colori dell’arcobaleno. Gli animali del bosco erano davvero molto chiacchieroni ed inventavano mille storie condite di bugie pur di apparire più belli, più buoni e più bravi degli altri. La vanitosa volpe, Brigida, per esempio, si vantava di non avere mai curato il suo manto screziato d’argento, mentre non perdeva un appuntamento a settimana dalla parrucchiera del lago Blu. La pettegola, poi :“Il leone ha fatto la piastra alla pelliccia ed ogni settimana fa la tinta color castagna!. Me l’ha detto un’amica parrucchiera“ .
La gallina “Cettina” si vantava di volare più veloce del falco, ma solo di notte, quando tutti, guarda caso, stavano dormendo. Il golosissimo orso “Pepito”, infine, organizzava dibattiti accusando le api di non rispettare i turni di lavoro e di non produrre più miele, mentre ogni notte … slurp, slurp, spazzolava ben benino tutti gli alveari del bosco fino a farli brillare.
Origlia di qui, origlia di lì, l’albero a fine estate era così pieno di frutti che questi cominciarono a cadere al suolo. Quando il magico frutto toccava terra si apriva ed una farfallina chiacchierina svolazzava via svelando la bugia che l’aveva generata! A poco a poco, così, tutti gli animali del bosco finirono per inseguirsi ed azzuffarsi per farsi ragione. Così, quando il bosco si trasformò ormai in un ring da combattimento l’anziana volpe del villaggio, Martin coda argentata, radunò tutti gli animali intorno al misterioso albero: “Il nostro amico albero – disse – ha voluto insegnarvi che le bugie generano altre bugie, possono volare anche molto lontano e trovano sempre orecchi che si divertono ad ascoltarle! “ .
E così … quella stessa notte, il misterioso albero scomparve lasciando gli abitanti del bosco più saggi e sinceri…”