Fare la pipì a letto, detta anche enuresi notturna se si verifica dopo i 5/6 anni, fa parte della normale fase di crescita: molti bambini non sono capaci di controllarsi fino ai 3 anni, ed in linea generale questo fenomeno non deve rappresentare una preoccupazione fino all’età di 6 anni circa.

Va subito precisato che l’enuresi non è una malattia, ma è un fenomeno molto comune in età pediatrica, infatti la percentuale dei bambini che la manifestano è la seguente:

 

  • a 3 anni il 40%
  • a 4 anni il 30%
  • a 5 anni il 20%
  • a 6 anni il 10%
  • a 8 anni il 7%
  • a 12 anni il 3%
  • a 18 anni l’1%

 

Tra le cause abbiamo l’ADH, ormone che regola in ogni organismo la produzione di acqua a livello renale. Dai due anni di età, fisiologicamente, l’ormone inizia ad avere un ciclo di produzione con variazione tra il giorno e la notte: viene secreto in maggior quantità nelle ore notturne, in modo da rallentare la formazione di urina, mentre nelle ore diurne viene prodotto in minore quantità, ovvero quando andiamo a far pipì più spesso. In alcuni bambini il meccanismo di produzione dell’ADH è ritardato, perciò continuano a produrre la stessa quantità di acqua sia di notte che di giorno, col risultato che già verso l’una – le due di notte hanno la vescica piena.

Un altro fattore che favorisce l’enuresi notturna è che il bambino ha un sonno più profondo pertanto non avverte lo stimolo e si bagna. Spesso noi adulti non teniamo conto che la quantità di acqua che i bambini bevono è a volte decisamente superiore al loro reale fabbisogno: a spasso nel passeggino hanno la loro bottiglietta d’acqua in mano, stanno davanti alla tv con il succo di frutta o altre bibite e alla sera, prima di coricarsi, bevono una bella tazza di latte …

 

Nonostante tutto va precisato che fare la pipì a letto non è una colpa, farlo non è un atto volontario e qualsiasi punizione rischia di colpevolizzare inutilmente il bambino con conseguenti possibili disturbi emotivi che potrebbero peggiorare la situazione. In questo caso siamo di fronte ad un’enuresi secondaria o regressiva (il bambino, in precedenza continente, inizia a bagnare il lettino a seguito di eventi stressanti come ripetuti rimproveri da parte dei genitori, nascita del fratellino, inserimento all’asilo ecc.), mentre se il bambino non è mai stato asciutto prima d’ora durante la notte siamo di fronte ad una enuresi primaria spesso a stampo genetico – familiare che si risolverà spontaneamente.

 

Dopo i 5 anni è opportuno far bere dalle 8 alle 18 almeno 1,5 lt di acqua, perché in questo modo la vescica del bimbo riesce a distendersi bene e aumenta la capacità di contenere l’urina prodotta durante la notte. Se il piccolo fa ancora la pipì a letto dopo i 7 anni è il caso di portarlo dal pediatra, pur tenendo conto che la maggior parte delle volte non è un problema medico, ma è sempre bene ascoltare il parere di uno specialista.

 

 

 

 

COSA FARE e COSA NON FARE:

 

  • Parlare col bambino è fondamentale! Per alleggerire i suoi sensi di colpa è importante raccontargli che anche altri bambini affrontano la sua stessa situazione o che i suoi stessi genitori hanno affrontato lo stesso “problema”;
  • Non bisogna sgridarlo o punirlo!
  • Non svegliarlo durante le ore notturne! Non servirebbe e potrebbe essere vissuta dal bambino come una punizione che comporta delle conseguenze negative anche sulla qualità del sonno;
  • Meglio far urinare il bambino prima di andare a letto! Stabilire questa routine potrebbe essere d’aiuto;
  • Utile, durante il giorno, insegnare al bambino dei piccoli esercizi volti ad allenare la vescica a contenere una quantità superiore di liquido. A questo scopo è consigliabile abituarlo a interrompere il getto una volta iniziato o a riempire sempre di più la vescica prima di correre a vuotarla;
  • Usare dei pannolini – mutandina per evitare che al mattino si svegli nel bagnato;
  • Non tornare indietro ai “vecchi” pannolini!