È ormai un fatto risaputo: oltre ad una essere una buona abitudine, la pratica di uno sport porta anche un sacco di benefici psico-fisici. Questo, ovviamente, vale sia per i grandi che per i più piccini.
Ma quando si ha a che fare con i bimbi, come per ogni cosa, bisogna avere un occhio di riguardo in più: indirizzare i proprio figli ad uno stile di vita sano in termini di pratica sportiva e alimentazione è molto importante perché ciò inciderà sulla loro vita da adulti.
Affinché lo sport entri a far parte della vita e della pratica quotidiana del bambino è quindi forse necessario avvicinarli a questa dimensione fin dalla tenera età, in modo che poi non ne possano fare più a meno.
Questo compito, non è sicuramente semplice: con le nuove tecnologie, i bambini tendono a rinchiudersi sempre più in casa e a diventare “vittime degli schermi”. Sta al genitore trovare un giusto equilibrio tra queste due realtà ludiche.
Un fattore che gioca un ruolo importante nell’avvicinamento dei bambini allo sport è sicuramente quello della “scelta giusta”: è importante infatti fare un’attenta riflessione sulla tipologia di sport da intraprendere, che risponda ai desideri e alle esigenze del bambino e dei genitori. I dati ci dicono infatti che a metà dell’anno scolastico si registra un forte calo di iscrizioni alle palestre: in sostanza, molti bambini abbandonano lo sport iniziato a settembre “per noia”, proprio per via di una scelta errata che non ha soddisfatto le preferenze e la predisposizione del bambino.
Inoltre ci sono degli sport che è meglio praticare dopo una certa fascia d’età, altri che invece possono essere praticati fin da molto piccoli.
Insomma, la scelta del giusto sport non è argomento semplicissimo.
In ogni caso esso rappresenta un elemento fondamentale per lo sviluppo sano di ogni bambino, e non a caso esso è anche un diritto fondamentale presente tra gli articoli della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. L’articolo n.31 infatti recita: “Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica”. Lo Sport rientra proprio nella branca delle così dette “attività ricreative” il cui scopo è il divertimento e il piacere. Si, perché lo sport non fa bene solo al fisico ma anche alla mente: riduce lo stress, l’ansia, la sensazione di solitudine, permette di sviluppare competenze sociali perché implica costante interazione con “la squadra” e gli altri, quindi è un ottimo rimedio alla timidezza. Lo sport aiuta i bambini ad essere più ambiziosi, ad impegnarsi per il raggiungimento di un obiettivo individuale o di gruppo, insegna il rispetto delle regole. L’attività sportiva e fisica poi promuove i valori della “non violenza” e della pace: amicizia, solidarietà, lavoro di squadra, lealtà, sono tutti principi saldi dello sport che diventano così propri del bambino che lo pratica.
Per quanto riguarda la scelta, non c’è sicuramente una ricetta ideale in assoluto, perché sono tantissimi gli sport che portano grandi benefici. È vero però che è preferibile sempre scegliere uno sport da svolgere all’aria aperta o in spazi ben areati. Lo sport deve poi essere giusto per la singola fascia d’età:
- I bambini molto piccoli, dai due anni in giù, ovviamente non praticheranno un “vero” sport, ma si possono comunque fare delle attività ricreative/sportive con loro, a patto però che siano molto giocose: andare al parco e fare una bella passeggiata è solo un esempio delle tante attività che possono essere svolte anche in questa fascia d’età;
- Per i bimbi di età prescolare sono ideali tutte le attività ricreative giocose come i giochi con la palla, la corsa, le capriole. Ancora la dimensione del “gioco” è fondamentale in questa fascia d’età.
- Dai 6 ai 10 anni le capacità motorie sono già abbastanza sviluppate e quindi si può iniziare uno sport più strutturato, ma che abbia poche regole, e che sia flessibile e vario, incentrato ancora molto sul divertimento.
- Raggiunti i 10 anni e in fase preadolescenziale si possono scegliere anche sport più complessi, con regole precise, che mirino allo sviluppo della massa muscolare oltre che al divertimento.
- In fase adolescenziale, il ragazzo non più bambino, ha sviluppato appieno i suoi interessi e quindi è bene ascoltare quali sono le sue preferenze sportive e assecondarlo, consigliandolo sugli sport più divertenti da svolgere insieme ai suoi amici. Ideali sono gli sport competitivi. In questa fase si può iniziare anche uno sport a livello agonistico.
Tra tutti gli sport, il nuoto, lo affermano molti pediatri, ha una marcia in più. È infatti lo sport più completo di tutti: non solo dal punto di vista fisico, perché interessa tutta la muscolatura e migliora il coordinamento del corpo, ma anche mentale. Il nuoto infatti fa bene anche all’autostima e incide sull’indipendenza e sicurezza “in acqua” del bambino: saper nuotare bene è una garanzia in caso di pericolo in mare o in piscine profonde.
Un altro punto in più a favore del nuoto è che è uno sport che può essere praticato in qualsiasi fascia d’età. Per quanto riguarda invece i benefici sul fisico, sono innumerevoli: oltre allo sviluppo della muscolatura già citato, il nuoto è particolarmente indicato per correggere la postura e prevenire disturbi come la scoliosi, migliora l’agilità e la flessibilità corporea, previene l’obesità.
E poi il nuoto è uno sport divertente, si sta a contatto con l’acqua, si fa squadra ma più di tutto si impara a vivere perché come disse Alfred Adler, psicologo e psicoterapeuta austriaco, fondatore della psicodinamica: “Cosa fai per prima cosa quando impari a nuotare? Fai degli errori, non è vero? E cosa accade? Fai altri errori, e quando tu hai fatto tutti gli errori che è possibile fare senza affogare – e alcuni di loro anche più e più volte – cosa scopri? Che sai nuotare? Bene – la vita è la stessa cosa che imparare a nuotare! Non aver paura di fare degli errori, perché non c’è altro modo per imparare come si vive”.